martedì 12 febbraio 2013

Carnevale "carnem levare"

Ciao a tutti , oggi nella ricorrenza del Martedi' Grasso vorrei descrivervi le origine della festa del Carnevale e del suo significato fin dai piu' antichi tempi
La parola carnevale deriva dal latino "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Calignano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.Benché presente nella tradizione cattolica, i caratteri della celebrazione del Carnevale hanno origini in festività ben più antiche, come per esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani. Durante le feste dionisiache e i saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.
Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare.
Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere " soprannaturale " rappresentato. Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi  sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi  diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale.” Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti  con un rituale di carattere purificatorio comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio  Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d'oro di James George Frazer “La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all’annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità”.
Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda il carnevale di Poggio Mirteto, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana  termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".

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